Quando uno Zorba e una Fortunata si incontrano
Oggi sarò un po’ più riflessiva del solito. Innanzitutto perché ho “sfogato” la mia parte comica e da “cappellaia matta” pochi giorni fa in teatro con “La Gabbianella e il Gatto”, ma soprattutto perché resta per me un mistero, sul quale è inevitabile riflettere, il perché fra la scalata al successo dell’evoluzione psico-emotiva del genere umano e la discesa agli inferi
dell’annientamento empatico, si scelga sempre la seconda.
Gli accadimenti degli ultimi giorni parlano da soli, penso non sia necessario sottolineare a cosa io mi riferisca e soprattutto non intendo scendere in particolari socio-politici a riguardo, perché non ho i mezzi di conoscenza per esprimere un’opinione, né mi interessa farlo.
Vi dico solo che la mia analisi storica si limita ad ascoltare cosa dicono i media mainstream e pensare che quasi sicuramente quella semplificazione è lontana dalla realtà.
Come sempre, invece, quello che mi preme, è porre alla vostra attenzione un aspetto di questa vicenda, che spesso viene trascurato.
Perché tento sempre di guardare le cose da una prospettiva inusuale.
Comunque bando alle ciance e ciancio alle balle… ehm…bande! Scusate un lapsus, penso dovuto allo stato d’animo che mi pervade quando mi prende la sensazione, che anni di evoluzione siano serviti a poco!
Come dicevo, tutto ciò che sta accadendo mi ha inevitabilmente portato a riflettere sulla mancanza di equilibrio tra maschile e femminile.
“Guerra” è un sostantivo femminile in italiano. In tedesco no, in tedesco è maschile: der Krieg. Che i tedeschi ne sappiano di più?
Il maschile e il femminile: due grandi energie che muovono l’Universo, forze contrapposte che si ricercano e formano un equilibrio nel momento in cui si incontrano.
Quando parliamo di energia femminile, parliamo di una forma di energia fondamentale, che sta alla base della vita e che non ha niente a che vedere né con atteggiamenti, né con genere e orientamento sessuale.
L’equilibrio fra maschile e femminile permette all’essere umano di reagire alle difficoltà in modo più armonioso, evitando scontri e litigi.
L’energia femminile racchiude in sé caratteristiche come: l’accoglienza, l’apertura, la dolcezza, la comprensione, la pace, la riservatezza e l’ascolto, mentre l’energia maschile si manifesta attraverso l’azione, protezione, la forza, la concretezza, il controllo, la calma.
Voi riconoscete entrambi gli aspetti in voi? Come è facile intuire, un’eccesso di energia maschile può creare scompensi non indifferenti nelle persone e nelle loro relazioni con se stesse e con il mondo circostante, generando molte delle brutture a cui assistiamo ogni giorno.
Questo accade perché le persone, nel corso del tempo, hanno perso la capacità di abbracciare il proprio femminile e di connettersi alla loro parte più emotiva, viscerale.
Sono fermamente convinta che sia necessario ripartire proprio da questa consapevolezza e dal tentativo di recuperare questa connessione, per poter avere una speranza di cambiare le cose e soprattutto per poter crescere i nostri figli (che, per altro, hanno origine da un maschile ed un femminile) da una prospettiva più evoluta e completa.
E i gatti? Che ruolo hanno in tutto questo? Sì, lo so, li infilo dappertutto. lo sostengo spesso, forse per provocazione o forse no, che i gatti si dimostrino più evoluti di noi. E qui porto della letteratura, non scientifica, a testimonianza. Nella “Storia della Gabbianella e del Gatto che le insegnò a volare” dell’amato Luis Sepúlveda ad insegnare alla Gabbianella a volare è una squadra di gatti del porto. Felini maschi. E volevo presentarveli.
Vi racconto il momento in cui Zorba va in cerca d’aiuto per salvare la gabbiana Kengah che è rimasta vittima di un’ondata di petrolio e rischia di morire soffocata. Ve li presento così come l’ho fatto nel riadattamento della storia di Sepúlveda nel mio spettacolo.
Potete leggere il brano, ma vi consiglio di ascoltare la seconda parte del podcast che trovate qui https://anchor.fm/federica-sassaroli o, in alternativa, di venire a vedere lo spettacolo. La prossima data sarà il 3 Aprile al Teatro Oscar di Milano.
Buon volo!
E così Zorba scese dall’albero del giardino, attraversò il cortile, evitò dei cani randagi e andò in cerca di aiuto. Si diresse verso il ristorante italiano, dove vivevano Segretario e Colonnello.
Segretario era un gatto molto magro e con solo due baffi, e Colonnello invece era una vera autorità fra i gatti del porto: era vecchio, molto vecchio, e saggio, molto saggio.
Accolsero Zorba, che spiegò loro il motivo della visita, e tutti e tre decisero che la cosa migliore era andare a consultare Diderot.
Diderot viveva in un posto abbastanza strano che si chiamava il bazar del porto, una specie di negozio di cianfrusaglie dove c’erano quasi un milione di oggetti, fra cui: 160 ruote del timone di barche col mal di mare a forza di girare intorno al mondo, 256 bussole che non avevano mai perso il nord, 6 elefanti di legno a grandezza naturale, 700 ventilatori che con le loro pale ricordavano le fresche brezze dei tramonti tropicali, 1300 marionette di Sumatra che avevano interpretato solo storie d’amore, 33.333 romanzi in 33 lingue, 2 riproduzioni della torre Eiffel, una costruita con mezzo milione di spilli da sarto e l’altra con trecentomila stuzzicadenti, 17 ancore di navi corsare inglesi trovate nei fondali del mare del Nord, 128 mutande lunghe di flanella per uomini di oltre due metri d’altezza, 1 mappamondo ostinatamente fisso sulla posizione della Croce del Sud, 12 chilometri di seta rossa e 2000 quadri di tramonti e molte altre cose che sarebbe troppo lungo elencare.
“Terribile! Terribile!È successa una cosa terribile!” miagolò Diderot quando li vide arrivare. “Cos’è successo?” chiese Segretario.
“È esattamente quello che stavo per domandare. A quanto pare togliermi i miagolii di bocca è un’ossessione”, disse Colonnello. “È terribile! Terribile! Quei dannati topi si sono mangiati un’intera pagina dell’atlante. La cartina del Madagascar è scompasa. È terribile!” “Segretario, mi ricordi che devo organizzare una battuta di caccia contro questi divoratori di Macasacar… Masacacar… “Madagascer”, precisò Segretario. “Che fai? Continui a togliermi i miagolii di bocca pure tu?” “Ti daremo una mano, Diderot, ma ora siamo qui perché abbiamo un grosso problema e, visto che tu sai così tante cose, forse puoi aiutarci” miagolò Zorba e subito gli raccontò la triste storia della gabbiana. “Che storia terribile! Terribile! Vediamo, fatemi pensare:
gabbiano…petrolio…petrolio…gabbiano…gabbiano. ..petrolio…Ci sono! Dobbiamo consultare l’enciclopedia!” “La cosa?!?” “La en-ci-clo-pe-dia. Il libro del sapere. Dobbiamo cercare nei volumi 7 e 16, corrispondenti alle lettere G e P”. “E allora
vediamo questa encli…emplico…. È ciò che stavo per dire. Vedo che ancora una volta non potete resistere alla tentazione di togliermi i miagolii di bocca”.
Diderot si arrampicò su un enorme mobile sul quale erano allineati grossi volumi d’aspetto importante, e dopo aver cercato sui dorsi le lettere G e P, fece cadere i tomi. Poi scese giù e, con un artiglio molto corto e logoro a forza di esaminare libri, cominciò a sfogliare le pagine. I tre gatti mantennero un rispettoso silenzio mentre lo sentivano bisbigliare miagolii quasi impercettibili. “Sì, credo che siamo sulla buona strada. Interessante. Gabbano. Gabbare. Gabbia. Gabbia…è terribile, terribile! Scusate è che per me l’enciclopedia è irresistibile. Ogni volta che guardo sulle sue pagine imparo qualcosa di nuovo, vediamo, vediamo. Ecco qua: Gabbiano: nome comune di numerosi uccelli della famiglia dei Laridi che blablabla. Niente, tutto questo non c’è di grande aiuto. Cerchiamo petrolio. Petrolio…ecco qua! Miscela di idrocarburi, contenente piccole quantità di blablabla. Niente che ci possa interessare…È terribile! Terribile! Per la prima volta l’enciclopedia mi ha deluso” “E in questa enclico…emplico…insomma quella, non ci sono consigli pratici su come togliere le macchie di petrolio?” “Geniale! Terribilmente geniale! Avremmo dovuto iniziare da lì. Lettera S, come smacchiatore. Vediamo un po’…“smacchiatore”. Come togliere le macchie di marmellata, inchiostro di china, sciroppo di lamponi, petrolio. Petrolio: si pulisce la superficie interessata con un panno bagnato di benzina. Ecco qua!” “Ecco qua un bel nulla. Dove diavolo troviamo della benzina?” “Be’, se non ricordo male, negli scantinati del ristorante abbiamo un barattolo con dei pennelli a mollo nella benzina. Segretario, sa già cosa fare”. Prima di passare dal bazar, i gatti tornarono al balcone. Troppo tardi: la gabbiana era morta! Quella notte i gatti del porto scavarono una buca e vi seppellirono il povero uccello. Poi iniziarono a miagolare una triste litania e ai loro miagolii si aggiunsero quelli dei gatti vicini, e gli ululati dei cani, e lo straziante cinguettio dei canarini in gabbia, e il triste garrito delle rondini. E quella notte gli umani si chiesero le ragioni di quella strana tristezza che si era impadronita degli animali. Ma la gabbiana prima di morire era riuscita a deporre l’uovo!